Ahimè, non è raro sentire (o vivere in prima persona), di veri e propri pirati della strada (presunti “furbetti”) con specializzazione nei sinistri.
Mi spiego: a diverse persone è capitato incorrere in sinistri con persone che, al momento dell’incidente, invece di fermarsi, soccorrere il sinistrato e constatare i danni fisici e materiali (come previsto dalla legge), hanno pensato bene di ingranare la marcia e volatilizzarsi.
Inutile sottolineare i rischi che questi conducenti corrono qualora venissero identificati: si può arrivare all’omissione di soccorso, e dunque denuncia penale.
Parliamo piuttosto di ciò che possiamo fare noi qualora avessimo la sfortuna di incrociarci con dei simili soggetti.
Il metodo più efficace sarebbe sicuramente quello di identificare la targa del veicolo pirata: indubbiamente, impresa non facile.
Sappiamo bene che, sopratutto con la moto, dove nella quasi totalità dei casi incidente = rovinosa caduta sull’asfalto; nei secondi dell’impatto si pensa a tutt’altro e non si ha la freddezza e la lucidità di memorizzare la targa dell’altro veicolo.
Di aiuto però, potrebbe essere almeno individuare il colore e il modello della macchina.
Tentiamo poi di individuare dei testimoni.
Innanzitutto questi potrebbero aver preso la targa al nostro posto, ma in ogni caso, saranno fondamentali qualora decidessimo di andare fino in fondo e di porre denuncia ad ignoti.
Dopodichè, direttamente sul posto, chiamiamo le forze armate o le forze dell’ordine (valutiamo bene chi chiamare, in base al fatto che ci siano o meno feriti), che valuteranno l’episodio e ci aiuteranno nell’eventuale denuncia.
Dopodichè, inizia la “caccia al ladro”, o meglio, al pirata, sperando che il tutto abbia un lieto fine.
P.s: in caso di gravi infortuni e in caso di pesanti necessità di dati, si può valutare la richiesta d’aiuto al fondo nazionale per le vittime stradali.
Tuttavia, anche qual’ora la richiesta dovesse essere accettata, l’erogazione dei fondi potrebbe richiedere diverso tempo.